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Turni di irrigazione

La modesta quantità di acqua distribuita con un sistema a goccia impone turni di irrigazione fra loro piuttosto ravvicinati, che nei periodi più siccitosi possono essere anche quotidiani o addirittura, in terreni particolarmente sciolti o ricchi di scheletro, effettuati due volte nel corso della stessa giornata. Il motivo di questa necessità di realizzare interventi molto frequenti, che dal canto loro necessitano di disponibilità idrica praticamente costante, va ricercato nel comportamento dell’acqua nel terreno e nei tempi massimi di irrigazione. Le gocce che cadono sempre nello stesso punto del terreno tendono a “bucare” il suolo spingendosi in profondità, secondo una rapidità che è legata alla tessitura del terreno stesso. In un terreno argilloso l’elevata igroscopicità determina un rallentamento del movimento verticale dell’acqua in profondità a vantaggio di un allargamento orizzontale dell’area bagnata. Il contrario di quanto invece si verifica nei terreni molto scheletrici, nei quali l’acqua tende a spingersi rapidamente in profondità.Questo aspetto fornisce importanti indicazioni circa la distanza da adottare fra un gocciolatore e l’altro, che viene comunemente definita spaziatura e che nel vigneto in genere varia, proprio in funzione del tipo di suolo, fra 30 cm (terreni molto drenanti) e 60 cm (terreni argillosi).Nell’esecuzione pratica dell’irrigazione a goccia è particolarmente importante conoscere, in funzione della portata del singolo gocciolatore, il tempo necessario a far si che l’acqua raggiunga la profondità massima dell’apparato radicale. Questo al fine di conoscere il tempo massimo del singolo intervento irriguo oltre il quale l’ulteriore acqua che andremo a distribuire andrebbe perduta a profondità inesplorate dalle radici. In genere tempi di irrigazione di 3 o 4 ore sono sufficienti a servire l’apparato radicale fino agli strati più profondi ed il proseguire ulteriormente l’irrigazione determinerebbe un inutile spreco di acqua ed energia.