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L'invecchiamento atipico dei vini bianchi

di Simone Lavezzaro

A qualcuno dei lettori, amanti ed interessati consumatori di vino, potrà essere accaduto di versare con cautela la bacchica bevanda, specie se dal colore paglierino, magari “bollicine”, e prima di poterne tessere le lodi, accorgersi di un sentore innaturale, non proprio  gradevole, ma dall’aroma ossidato, passato. E ancor più infastidito stupore potrebbe sorgere se, leggendo l’etichetta, si scoprisse che l’annata di messa in bottiglia corrisponde a quella appena trascorsa. È possibile ci si sia imbattuti in quello che viene definito “invecchiamento atipico del vino” (UTA Untypical Aging offflavours per dirla all’anglosassone) dovuto ad una serie di composti per lo più di matrice solforata o più in generale amminacidica fra cui i maggiori responsabili e rappresentanti sono il sotolone e il 2-amminoacetofenone (AAP).