La polverizzazione pneumatica avviene mediante l’impatto di un fluido ( ad esempio la miscela acqua e fitofarmaco) con un altro (come l’aria) che scorre a forte velocità. In questo tipo di macchine dunque, l’aria non è solo sfruttata come veicolo delle gocce sulla vegetazione, bensì fornisce anche l’energia necessaria alla polverizzazione di un fluido liquido con portata compresa fra 5 e 15 L/min. Questo basso valore dipende dalla necessità di mantenere un rapporto in volume tra liquido e aria inferiore a 1 : 10.000, per ottenere una buona polverizzazione.
Tali attrezzature quindi non necessitano di un vero e proprio ugello per la frantumazione delle gocce, ma è sufficiente un condotto a sezione ristretta al cui interno scorre a bassa pressione (0,5 – 2 bar) la miscela di fitofarmaco. Il contatto tra il liquido e l’ingente flusso d’aria crea la disgregazione delle gocce ed il loro trasporto sulla vegetazione. La polverizzazione appare fine e piuttosto omogenea (10 – 150 µm), inversamente proporzionale alla portata del liquido. Infatti aumentando il flusso della miscela di fitofarmaco, varia il rapporto tra flusso di liquido e flusso d’aria (solitamente costante), provocando una imperfetta polverizzazione. Per questo motivo le irroratrici pneumatiche presentano la miglior adattabilità a distribuire bassi volumi per ettaro (sono perciò comunemente chiamate irroratrici a “basso volume”).
Sono macchine efficienti e piuttosto semplici, giacche oltre essere prive di ugelli, il prelievo del prodotto dal serbatoio può avvenire tramite una semplice pompa centrifuga o anche solo attraverso un tubo venturi, sfruttando la depressione creata dal flusso d’aria.