Il taglio laterale ha solitamente poco impatto sulla fisiologia della pianta perché i tagli sono di solito molto limitati, grazie al palizzamento che precede la cimatura e costringe la vegetazione a svilupparsi entro uno spazio limitato e definito. Il taglio che viene eseguito alla sommità della parete invece, presenta diverse implicazioni fisiologiche che possono influire anche sulla qualità dell’uva e condizionare anche a livello pratico la scelta sul numero e le modalità d’esecuzione della cimatura. Infatti, ogni volta che si esegue un taglio dei germogli, viene stimolata l’emissione di nuova vegetazione, foglie giovani che per un certo periodo non sono efficienti, prima di contribuire all’attività fotosintetica della pianta (APPROFONDIMENTO A).
Un aspetto molto importante consiste nel valutare il momento d’esecuzione del primo intervento di cimatura. Infatti esso coincide solitamente con la fase fenologica della fioritura, ma è molto diverso da un punto di vista fisiologico eseguire il taglio prima o dopo la formazione dell’acino. Infatti, in via teorica, la cimatura fatta prima della fioritura interrompe la dominanza apicale dei germogli, stimolando pertanto l’allegagione, con il risultato di una percentuale maggiore di acini per grappolo rispetto alla cimatura eseguita in post-fioritura (Coombe 1959, 1962, 1970, Guerra 2006). È anche vero che molte varietà reagiscono allo stress del taglio dei germogli, scaricando parte della produzione (APPROFONDIMENTO B), quindi l'effetto della cimatura da un punto di vista temporale è caratteristica varietale e influenzata anche dall’andamento stagionale. Per quanto riguarda le forme di allevamento a spalliera bisogna necessariamente attendere che la vegetazione superi l’ultimo filo e ciò accade quasi sempre a fioritura completata. Ben più importante risulta quindi quanto cimare come già accennato nell’approfondimento A.