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[main] - APP/webroot/index.php, line 84
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Dispatcher::dispatch() - CORE/cake/dispatcher.php, line 228
[main] - APP/webroot/index.php, line 84
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Dispatcher::dispatch() - CORE/cake/dispatcher.php, line 228
[main] - APP/webroot/index.php, line 84
Vit.En.
I parametri per la valutazione della qualità dell'uva nella vinificazione in bianco
Diventa sempre più chiaro che il monitoraggio e lo studio dei parametri che permettono la valutazione della qualità delle uve bianche è fondamentale per il successo qualitativo di un vino
Sostanza organica
Un articolo che affronta il tema della sostanza organica e del suo ruolo nel terreno: letame, sovescio, compost e biodigestato.
Effetti della fermentazione malolattica sul colore di un vino da uve nebbiolo
La fermentazione malolattica provoca con tutte le sue reazioni non solo dei cambiamenti sui caratteri gustativi e ofattivi ma anche delle porprietà cromatiche. Cliccare sull'immagine per accedere all'articolo.
Centaurea nigrescens
Il fiordaliso neratro è una specie erbacea poliennale che presenta dei fiori violacei riuniti in capolini solitari o raggruppati con evidenti squame neratre.
Bianchi di tutti i colori
Il colore dei vini bianchi non è certamente univoco, varia dal giallo, al verde, all'arancio e i toni scuri non necessariamente implicano solo ossidazione e peggioramento qualitativo. Esistono oggi anche modi per la valutazione esatta del colore.
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Difesa agronomica. Il mal bianco della vite si giova di microclimi che alternano mattini umidi seguiti da pomeriggi caldi e ventilati che favoriscono la dispersione del micelio. Tali condizioni si ritrovano specie quando i grappoli sono ombreggiati sia per effetto di affastellamenti della vegetazione (Chellemi e Marios,1992) [APPROFONDIMENTO B], sia anche per la presenza di alberi esterni ad alto fusto che impediscono ai raggi solari di raggiungere direttamente le viti (Austin et al., 2012) [APPROFONDIMENTO C]. Ciò si traduce da un punto di vista pratico nell’evitare l’eccessiva vigoria che sempre incrementa il rischio di attacchi oidici. Innanzitutto la defogliazione precoce risulta fondamentale per creare un microclima asciutto nella zona grappoli, sfavorendo pertanto l’evoluzione del patogeno, in secondo luogo è bene evitare eccessive concimazioni azotate che possono portare ad un eccesso vegetativo adatto allo sviluppo del fungo (Gay-Eynard et al., 2002).
Difesa in agricoltura integrata. Mantenendo sempre validi i principi della gestione agronomica, il mercato dei fitofarmaci offre un discreto numero di principi attivi antioidici [APPROFONDIMENTO D]. La difesa rispetto a tale patogeno può variare molto in funzione dell’ambiente in cui si opera. Ad esempio al sud Italia, dove solitamente la pressione infettiva del mal bianco è notevole, la lotta ha inizio fin dai primi stadi fenologici, sia per ottenere una “pulizia” dagli organi svernanti, sia per evitare infezioni precoci, dovute alla frazione di mal bianco con svernamento miceliare. Difesa che poi si intensifica a cavallo fra fioritura e allegagione, quando la presenza dell’acino formato e le condizioni ambientali di solito favorevoli al patogeno, rendono tale periodo il più pericoloso per osservare i sintomi (Morando et al., 2014). Tali fasi fenologiche rappresentano il massimo rischio anche per la viticoltura del nord Italia, dove magari si potrebbe risparmiare qualche applicazione ad inizio stagione, ma assolutamente non bisogna lesinare in questo periodo. Importantissima l’efficienza della distribuzione, per lo più concentrata nella zona grappoli. Sempre valida la regola di alternare le famiglie chimiche dei principi attivi utilizzati onde evitare l’insorgenza di ceppi resistenti.
Difesa in agricoltura biologica. Fra i prodotti ammessi in agricoltura biologica il più utilizzato è certamente lo zolfo che, nonostante ormai oltre un secolo di utilizzo, mantiene elevata la propria efficacia. Da qualche tempo si propone vantaggiosamente anche l’utilizzo del bicarbonato di potassio in grado di fornire risultati paragonabili a zolfo bagnabile in termini di efficacia. Molti altri preparati sono stati saggiati nel corso degli anni, ma al momento l’efficacia degli stessi non sembra poter garantire la protezione della coltura qualora la pressione infettiva sia mediamente elevata.
Albino Morando, Simone Lavezzaro, Stefano Ferro
Atti Giornate Fitopatologiche, II, 299 - 304, 2014
Nelle annate dal 2011 al 2013 si è saggiata l’efficacia di diversi principi attivi contro il mal bianco della vite (Erysiphe [...]
di Maria Lodovica Gullino Si esamina la difesa della vite dalle tre principali malattie crittogame: peronospora, oidio e botrite. Vengono citati i nuovi fungicidi, sia quelli già in commercio che quelli in fase avanzata di [...]
di Egon Egger Attraverso un esperimento, effettuato in Toscana dall’istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano Veneto sull’oidio, si è giunti alla compilazione di un modello di simulazione dello sviluppo [...]
DI Fabio Sozzani, Albino Morando
Atti Giornate Fitopatologiche, 12, 257 - 262, 2006
RIASSUNTO Nel 2005, in vigneti favorevoli allo sviluppo dell’oidio, sono stati confrontati formulati a base di estratti di alghe, arricchiti con [...]
di Fabio Sozzani, Albino Morando, Giulio Moiraghi RIASSUNTO Nelle annate 2002-2003 in un vigneto di “Moscato bianco” ubicato in ambiente fortemente favorevole all’oidio è stata sperimentata la difesa [...]
di Paolo Morando, Albino Morando, Dino Bevioneda Informatore Agrario numero 18 del 1992La crescente aggressività del mal bianco della vite porta ad un impiego ripetuto degli antioidici (fino a sei interventi annui). E' parso quindi [...]
di A. Morando, P. Morando, D. Bevione, M. Cerratoda Informatore Agrario numero 17 del 1996Una prova sperimentale effettuata nel 1994 su Nebbiolo e ripetuta nel 1995 su Moscato ha consentito di quantificare gli effetti collaterali positivi che [...]
di Morando A., Bevione D., Morando P., Ravizza G.prova sperimenatle del 1999 su due vigneti coltivati a Moscato bianco con prodotti antioidici in commercio e sperimentali.