La produzione iniziale dei pali di cemento era sempre aziendale, utilizzando come stampi delle semplici assicelle appoggiate su un pavimento di cemento ed inserendo due o, più frequentemente, quattro tondini di ferro collegati da staffe. Talvolta la forma era più complessa per ottenere un doppio tronco di piramide allo scopo di avere la sezione maggiore nella zona di maggior sforzo. Progressivamente, allo scopo di aumentare la resistenza e diminuire il peso, si è introdotta la vibrazione dei pali, ricorrendo anche a semplici dispositivi realizzati in azienda. Con l’obiettivo di alleggerire il sostegno, si è diffusa in seguito la produzione dei pali vibrati e traforati.
Dimensioni. Variano con l’altezza della forma di allevamento e le sollecitazioni cui il sostegno è sottoposto. Per i pali di testata si hanno sezioni alla base di 8 x 8 cm, fino a 14 x 14 cm, a cui corrispondono pesi di oltre 80 kg, per 3 m di lunghezza. Per quelli di mezzeria, si utilizzano dimensioni minori, da 9 x 8 cm fino ad un minimo di 5 x 6 cm, con un peso di 18-20 kg in corrispondenza di 2,5 m di lunghezza.
I pali precompressi rappresentano la soluzione tecnica più moderna, che maggiormente si è avvantaggiata dei progressi intervenuti nel settore del cemento armato.