Nonostante le temperature invernali non abbiano raggiunto i minimi storici registrati nel 2012, la stagione fredda ha però insistito a lungo sulla Penisola. A conferma le nevicate cadute ancora nel mese di marzo in diverse zone del Nord. La neve ha lasciato spazio ad una primavera caratterizzata da clima fresco e piovoso in tutt'Italia che ha provocato un sensibile ritardo nel germogliamento della vite, solo parzialmente recuperato al Centro-Sud nel prosieguo della stagione. Nelle regioni settentrionali invece, tutte le fasi fenologiche sono risultate posticipate di 10-20 giorni rispetto agli ultimi anni. A conferma dell'eccezionalità del periodo specie nelle pianure emiliane, si pensi che la stazione meteorologica di Parma Università ha fatto registrare dal 1° marzo a fine maggio oltre 450 mm di pioggia, record assoluto da che si possiedono misurazioni nel 1831. Le piogge primaverili si sono protratte a lungo rendendo difficoltoso l'impianto di nuovi vigneti in molti casi rimandati al mese di giugno o addirittura all'anno successivo. La fioritura è avvenuta in maniera regolare pressoché ovunque e quasi mai si sono segnalati problemi di stress idrico in piena estate, piuttosto frequenti negli anni precedenti. Il clima estivo non eccessivamente torrido e soprattutto la buona riserva d'acqua nel suolo hanno accentuato in molti casi la vigoria, sia della vite sia delle infestanti, costringendo gli agricoltori ad un impegno notevole per la potatura verde e la gestione del terreno. Ancora durante la vendemmia, si notava l'emissione di nuove femminelle anche nelle migliori esposizioni, dove solitamente la spinta vegetativa rallenta molto dopo l'invaiatura. Mentre nelle annate precedenti, più asciutte, i vigneti ben concimati sono stati favoriti, in quest'ultima, più umida, gli eccessi nutritivi hanno giocato a sfavore della qualità.
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