Unico rappresentante delle acetamidi è stato scoperto dalla società americana DuPont e introdotto dalla stessa in Italia nel 1980. Primo antiperonosporico con capacità penetrante, ha dato inizio a un radicale cambiamento nelle tradizionali strategie di intervento affermatesi prima con il rame e poi con i ditiocarbammati. L’utilizzo di tale principio attivo, specie in trattamenti post-infezione, ha permesso nel corso degli anni ‘80 e primi ‘90 di ridurre sensibilmente il numero dei trattamenti nei vigneti del nord Italia, da sempre difesi con prodotti di copertura distribuiti a calendario più o meno fisso.
La molecola è in grado di penetrare nei tessuti vegetali, muovendosi localmente negli stessi. Espleta per tale motivo, oltre ad un’azione preventiva, anche un’azione di tipo curativo, cioè diretta sullo sviluppo del micelio all’interno dei tessuti dopo l’inizio del processo infettivo. Seppure il meccanismo d’azione non sia chiaro, alcuni studi hanno confermato l’attività nel bloccare la formazione delle ife fungine all’interno della pianta, quando somministrato in modo preventivo. I trattamenti curativi invece provocano un collasso e successiva morte degli austori, ife e vescicole infettive, impedendo sempre la sporulazione del fungo.
Caratterizzato da rapido assorbimento, risulta però dotato di scarsa persistenza all’interno della pianta, perciò a distanza di 2-3 giorni dall’applicazione l’efficacia antiperonosporica diminuisce sensibilmente. Per un suo corretto impiego bisogna entrare nell’ottica di utilizzarlo nei giorni immediatamente prossimi all’infezione, dove il prodotto esplica le migliori performance.