Vit.En

Fisiologia

Introduzione

La fisiologia della vite è molto complessa e tuttora in fase di studio.
Questa pianta può durare in vita per decenni, eccezionalmente secoli. A livello pratico, riferendo il discorso ad un vigneto visto come entità produttiva, si considera che questo possa durare 25-35 anni, anche se non è raro trovare vigneti di 40-50 anni e più.
Mediamente una pianta di vite si evolve nel tempo anche per effetto della variazione naturale del rapporto azotati/carboidrati. I primi prevalgono nella fase iniziale, con conseguente stimolo alla vegetazione, viceversa a fine ciclo. Nella fase centrale produttiva si ha invece un sostanziale equilibrio, ricercato anche con le tecniche agricole (concimazioni, lavorazioni, irrigazioni), perché utile ai fini economici.
Contrariamente ad altri fruttiferi che hanno gemme a legno e gemme a fiore (con la potatura occore conoscerle e scegliere in funzione del rappoto vegetazione-fruttificazione desiderato) la vite ha gemme indifferenziate (ibernanti) che originano un tralcio sul quale sono inseriti i grappoli. I grappolini sono evidenti quando il germoglio presenta almeno 5-6 internodi (grappoli visibili).
Lo sviluppo dei germogli è notevolmente condizionato dalla posizione e dalla lunghezza del tralcio lasciato come capo a frutto. La dominanza apicale è ben evidente, soprattutto con tralci lunghi.
L’attività fotosintetica è legata a temperatura, superficie fogliare esposta alla luce, disponibilità di nutritivi. Si calcola che in media la superficie fogliare esposta alla luce debba essere 1-1,5 foglie su 3, che per ogni kg di uva prodotta ci siano da 1 a 1,5 mq di superficie fogliare e che per ogni kg di uva corrisponda una produzione di 0,1-0,15 kg di tralci.
Il viticoltore, con le tecniche colturali, deve ricercare un equilibrio tra la superficie fogliare intesa come massa vegetativa (source) e l’uva prodotta (sink). L’apparato fogliare deve essere elevato, perché esclusivamente da esso vengono elaborati gli zuccheri e tutti gli altri costituenti del vino, ma non troppo, perché finirebbe per ombreggiare se stesso e i grappoli, con tutte le conseguenze negative note.
Per questo motivo una regola semplice richiede che ogni grappolo disponga, per la sua alimentazione, di un tralcio con almeno 10-15 nodi (lunghezza 80-120 cm). Così un tralcio potrà portare due grappoli solo se più lungo e provvisto di femminelle che aumentino la superficie fogliare.

Ricerca per Tag: Fisiologia

Vite: maturazione posticipata con la potatura tardiva

Da Informatore Agrario, 3 (75) Di Lanari V. Lattanzi T. Di Lena B. Palliotti A. Silvestroni O. Una pre-potatura invernale seguita da una rifinitura tardiva, induce uno slittamento del germogliamento e modifica il [...]

Chioma chiusa o aperta in risposta ai cambiamenti climatici

Da Informatore Agrario, 1 (75). Di Valentini G., Allegro G., Pastore C., Colucci E., Magnanini E., Filippetti I. In annate con andamenti termici elevati, la vite risponde all'apertura della parete vegetativa con [...]

Nutrizione minerale della vite, come cambiano resa e qualità

Da Informatore Agrario, 20 (75). Di Cotarella. R In virtù dei probabili effeti dell'andamento climatico sulla vite, la nutrizione minerale della vite deve essere ragionata in termini di "personalizzazione" in funzione della [...]

Problemi di germogliamento su vite al Centro-Nord

Da Informatore Agrario, 19 (75). Di Castaldi R., Tomasi D. Nel corso della primavera 2019 in alcune aree viticole del Centro-Nord della Penisola si è assistito a un germogliamento non ottimale, caratterizzato dalla presenza [...]

Varietà di uva da tavola quale risposta allo stress idrico

Da Informatore Agrario, 28-29 (75). Di Cardone. M. F., Bergamini. C., Alagna. F., Catacchio. C.R., Crupi. P., Velasco. R., Perniola. R. Le varietà di vite sono in grado di attivare meccanismi diversi [...]

Vite: diradamento scelta utile ma da ponderare

Da Informatore Agrario, 20 (75). Di Corazzina E. Un articolo che chiarisce l'operazione di diradamento sui grappoli, in specifico si evidenzia come e quando intervenire.

Verso una viticoltura sostenibile: i geni di resistenza alle principali malattie fungine della vite

Da Vitenda 2022 Di Tyrone Possamai, Riccardo Velasco e Danile Migliaro Un articolo pubblicato su Vitenda 2022 che chiarisce i differenti meccanismi di resistenza ai patogeni delle piante e mostra i risultati raggiunti e le future prospettive.

Portainnesto: strumento strutturale contro la siccità

Di Alberto Palliotti, Lucia Giordano e Nicola Ceccarelli Da Vitenda 2025 I portainnesti dotati di tolleranza alla siccità e a suoli difficili sono molteplici e tale adattabilità dipende da molteplici fattori come la [...]
Pagina: <<1
2