Per molte zone viticole italiane la vendemmia può solo essere manuale (per la pendenza elevata, la forma di allevamento non adatta, i sostegni non sufficientemente resistenti all’impatto con gli scuotitori, ecc.). In altre si può scegliere tra manuale e meccanica. Il costo di quest’ultima (500-700 euro/ha) è da due a tre volte in meno della prima. Perché quindi, dove tecnicamente possibile, non tutti si orientano sulla vendemmia meccanica? I motivi sono diversi e, sicuramente, tra i meno influenti ci sono la qualità della raccolta (ormai ottima per tutte le vendemmiatrici) o le perdite di prodotto (in qualche caso inferiori rispetto alla raccolta manuale). Più importanti sono le motivazioni psicologiche personali (la vendemmia meccanica non la voglio) oppure, molto spesso, motivazioni di organizzazione del lavoro, cioè la necessità di occupare la manodopera utilizzata durante l’estate. Di fatto, nel nostro Paese la vendemmia meccanica è cresciuta meno del previsto (circa 1600 macchine) e, negli ultimi anni, la situazione rimane abbastanza statica con poche decine di vendemmiatrici vendute all’anno. Per contro queste macchine hanno raggiunto un perfezionamento tecnico invidiabile, con innovazioni eccezionali per la pulizia e la salvaguardia qualitativa del vendemmiato.