I vecchi viticoltori sostengono l’esistenza di due diversi cloni di Pampanaro, piccolo e grande, in virtù della morfologia dell’acino. L’areale di coltivazione di questo vitigno mai censito, alquanto ampio sino alla prima metà del secolo scorso, si estendeva a sud di Frosinone, anche se nel tempo si è andato di molto riducendo, oggi si ritrova nella valle del Liri ed in val di Comino. Nei Castelli romani ed in particolare a Frascati la varietà è conosciuta come Bello. I terreni che predilige sono sciolti, calcarei ed asciutti, ben esposti sulle colline Ciociare. mediamente vigoroso, ha grappoli medi, a bacca bianca, sono piccoli e piuttosto spargoli. Il mosto, ricco di nutrienti e sostanze azotate, fornisce un vino rotondo, armonico e ben strutturato, anche adatto a vinificazioni in purezza.