L'inverno mite e la primavera molto anticipata facevano presagire un'ennesima vendemmia precoce. Invece, già da fine aprile è iniziato un costante rallentamento proseguito con l'estate, in particolare al Centro- Nord, causa una scarsissima presenza di sole e le frequenti piogge (anche se molto diversificate anche a distanza di poche decine di chilometri). Per molti è più facile ricordare che, ad esclusione del Sud, le vacanze sono andate male sia al mare che in montagna; infatti, sino a fine agosto si è temuto davvero per un'annata viticola negativa e già si facevano i riferimenti a disastrose stagioni passate come il 1972, 1975, 1977 ecc. Invece, le migliorate condizioni di settembre hanno permesso non solo ai bianchi, ma anche ai grandi vini da invecchiamento, di raggiungere ottime maturazioni. Singolare come qualche vigneto di uva tardiva (in particolare Nebbiolo) che quasi si pensava di vendemmiare verso il 20 di settembre, sia poi stato raccolto quasi un mese dopo (fine vendemmia il 21-22 di ottobre), in ottime condizioni sanitarie e di maturazione tecnologica. Il tutto però, con grandi differenze anche nell'ambito di piccole zone. Il 2014 è stata l'annata in cui si sono distinti i "viticoltori bravi", da quelli meno attenti e precisi, che hanno pagato con gli interessi anche i piccoli errori, soprattutto in fase di difesa.
Nel complesso è stata un'annata con costi di gestione particolarmente elevati: almeno un passaggio in più per il controllo delle malerbe, una o due cimature sopra la media e, per quanto riguarda gli interventi di difesa, dal 20 al 40% oltre la norma. Purtroppo non sempre tanta fatica ha sortito i risultati desiderati, per cui i danni dovuti alle malattie sono stati non pochi, pur con molte differenze aziendali.
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