Tolte ormai poche eccezioni di alberelli bassi privi di sostegno, la coltivazione della vite presuppone l’appoggio su un’impalcatura che quasi sempre è disposta su file. Si deve quindi decidere come disporre i filari in funzione delle caratteristiche superficiali del terreno, con l’obiettivo di favorire la meccanizzazione e ridurre i fenomeni erosivi. A seconda della pendenza, del tipo di terreno e clima si possono disporre i filari dall’alto in basso (rittochino), in traverso, a spina, a cavalcapoggio, a girapoggio (oggi raramente) e, nei casi estremi a ciglioni oppure a terrazze. Ogni sistemazione presenta vantaggi e svantaggi, ma alcune considerazioni sono basilari: ad esempio la disposizione a rittochino è tendenzialmente meno consigliabile se potatura verde e vendemmia sono manuali perché affatica molto gli operatori; il girapoggio è bello dal punto di vista estetico, ma presenta notevoli difficoltà di meccanizzazione e gestione dei sostegni; i ciglioni e le terrazze si realizzano solo quando non sono possibili alternative.
Quando la sistemazione comporta movimenti importanti di terreno è necessario richiedere le debite autorizzazioni agli organi competenti (Comune, Regione, Corpo Forestale, ecc.)