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Bibliografia

Ultimi inserimenti

La zolfara

Anno:2003

Autori:Trinchieri G.

Rivista:Fertilizzanti N°5(5) da pagina 35 a pagina 38

Vista come immagine di una bolgia infernale percorsa da poveri dannati soggetti a una pena dantesca, la zolfara oggi è il simbolo e l'immagine della durezza delle condizioni di lavoro delle miniere di zolfo dove il risparmio sulle condizioni di sanità era la prerogativa rispetto alla salute del picconiere o del caruso.

Produzione e mercato dello zolfo

Anno:2003

Autori:-

Rivista:Fertilizzanti N°5(5) da pagina 30 a pagina 31

La zezione dedicata all'economia, della sopraindicata rivista, ci introduce nel mercato e nella produzione dello zolfo. Analizza le diversità di costi derivanti dalle diversità di fonti a cui si ricorre per la sua estrazione.

Lo zolfo nella difesa fitosanitaria

Anno:2003

Autori:Montermini A.

Rivista:Fertilizzanti N°5(5) da pagina 18 a pagina 22

Dopo quasi duecento anni lo zolfo detiene ancora una posizione preminente nella lotta contro i funghi patogeni ed è ampiamente sfruttato per la difesa della vite alberi da frutta e ortaggi.

I concimi a base di zolfo

Anno:2003

Autori:Graziano P.L.

Rivista:Fertilizzanti N°5(5) da pagina 12 a pagina 17

Nonostante lo zolfo sia ormai considerato un macroelemento fertilizzante, esistono ancora delle difficoltà di ordine tecnico e legislativo a rallentarne la diffusione come la necessità, per legge di esprimerne il contenuto in anidride solforica, quando in commercio è o in forma molecolare o sotto forma di solfato.

Conosciamo lo zolfo

Anno:2003

Autori:Pavoni B.

Rivista:Fertilizzanti N°5(5) da pagina 8 a pagina 11

Viene riportata una completa e soddisfacente panoramica dello zolfo. Vengono analizzate le sue tre forme con cui si presenta in natura, le sue caratteristiche principali nonche il suo ciclo biologico e non.

Zolfo: un elemento secondario? Non più!

Anno:2003

Autori:McGrath S.

Rivista:Fertilizzanti N°5(5) da pagina 3 a pagina 7

Si rivaluta l'importanza dello zolfo sia come un elemento fondamentale per la sintesi proteica sia come solfato nel suolo e sia per la sua interazione positiva con l'azoto nei cereali. Ecco perche diventa importante valutarne il suo impiego con una concimazione primaverile.

Influenza del ceppo di lievito sui componenti dell'aroma in vini ottenuti da uve Chardonnay

Anno:2003

Autori:Muratore G., Restuccia C., Caggia Cinzia, Bongiovanni L., Nicolosi Asmundo C.

Rivista:Industria delle Bevande N°32(188) da pagina 566 a pagina 570

Al fine di evidenziare la rilevanza, di alcuni ceppi di lieviti beta-glucosidagici che hanno sull'aroma del vino prodotto da uve Chardonnay è stato effettuato un confronto con ceppo di lieviti senza la suddetta funzione. Differente è stata la quantità di composti aromatici prodotti nei due casi.

Dati comparativi di due procedure di estrazione dell'Ocratossina A nell'analisi dei vini

Anno:2003

Autori:Tateo F., Bononi Monica

Rivista:Industria delle Bevande N°32(188) da pagina 560 a pagina 552

Vengono comparati i risultati dell'applicazione di due metodi ai fini della valutazione del ricovery a bassi livelli di contaminazione; i due metodi sono quelli pubblicati da F.Tateo e da Visconti. Si sono evidenziate differenze significative solo a livelli di OA nell'intorno di 0,1 microgrammi/L.

Ibridi di vite resistenti a plasmopara viticola

Anno:2003

Autori:Zulini L., Pertot Ilaria

Rivista:Terra Trentina N°49(2) da pagina 24 a pagina 26

Ecco, forse, la nuova alternativa all'utilizzo di rame in agricoltura per difendere la vite dagli attacchi di Plasmopara viticola agente della peronospora. Si tratta di un ibrido di vite in grado di resistere alla Plasmopara grazie alla presenza di catechini e derivati gallici nelle foglie

Sul miglioramento sanitario della vite in Sardegna

Anno:2003

Autori:Garau R., Prota A.Vanda, Tolu G., Mungianu P.M.Maria, Sechi A., Prota U.

Rivista:Informatore Fitopatologico N°53(12) da pagina 41 a pagina 44

Sono stati riportati i risultati di una sperimentazione basata sull'accertamento delle più frequenti specie virali su tre vitigni caratteristici della Sardegna: il Cagnulari, la Malvasia e la Vernaccia.I risultati indicano, sulle cultivar a bacca bianca, uno stato sanitario altamente precario, ma eccezionalmente favorevole per il Cagnulari.