La vendemmia è sicuramente la prima operazione che è stata fatta sulla vite. Dopo circa diecimila anni, da pochissimo è stata proposta e attuata la “vendemmia verde”, vale a dire raccogliere i grappoli appena formati e buttarli a terra con un parziale pagamento con soldi pubblici. Non è il luogo per esprimere opinioni in merito… Per fortuna, nella quasi totalità dei casi, la vendemmia continua ad essere un’operazione gradevole (qualche volta si sente ancora cantare), fosse anche solo perché da diritto ad un salario, o implica la prospettiva di un incasso con la vendita dell’uva, o meglio ancora, la prospettiva di ricavarci un vino, il migliore che si può con la materia prima disponibile. Ciò non toglie che l’operazione causi una notevole ansia. Dopo mesi di “lotta” contro il clima e le sue imprevedibili conseguenze sulla sanità e qualità del prodotto, ci si gioca tutto in questa parte finale: vendemmiare subito o aspettare il miglioramento della gradazione, l’attenuazione dell’acidità o il completamento della maturazione fenolica, ma con il rischio di piogge che potrebbero rovinare tutto, ostacolando inoltre l’entrata in vigneto dei mezzi meccanici e della vendemmiatrice.
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