Il fungo Guignardia bidwellii sverna come picnidio (forma agamica) o peritecio (forma sessuata) sui
residui di vegetazione infetta caduti a terra. In tarda primavera ed in presenza di umidità, libera le spore disperse poi dalle piogge. Le infezioni primarie si hanno quando la temperatura media supera i 10 °C, a seguito di una pioggia anche di scarsa entità, soprattutto imputabile alla forma svernante sessuata. L’ottimo termico si attesta intorno ai 25 °C per la produzione dei conidi, mentre per la germinazione delle spore occorre qualche grado in più (Molitor e Beyer, 2014). Le ascospore liberate dalle piogge vengono trasportate dal vento sino a raggiungere gli organi da infettare. Qui, in presenza di un velo liquido, germinano emettendo un premicelio in grado di perforare attivamente la cuticola dando così avvio alle prime infezioni. Il periodo di incubazione dura da 8 a 28 giorni (in media 10 – 14 giorni) al termine dei quali si formano le prime macchie. La bagnatura fogliare è fondamentale per l’avvio delle infezioni, ma le ore di persistenza del velo liquido variano a seconda della temperatura. A 10 °C sono necessarie almeno 10 ore di bagnatura per permettere al patogeno di instaurarsi; a 26 °C sono sufficienti 6 ore. Oltre questo limite le infezioni sono rallentate e a 32 °C occorrono 12 ore di bagnatura fogliare per consentire alle infezioni di avere successo. Nella fase di fioritura si ha il massimo di emissione di ascospore, mentre gli acini e le foglie più vecchie sono meno recettive. I picnidi in seguito alle piogge di almeno 3 mm (0,3 mm per le forme svernanti) liberano i conidi che causano le infezioni secondarie seppure la probabilità che accadano tali infezioni appare piuttosto remota (Wicht et al., 2012).