Difesa agronomica. Sono valide le raccomandazioni accennate per la pronospora della vite. Ovvero non esistono fattori agronomici che possano direttamente influire, in maniera significativa, nel proteggere la vite da Black rot. Vi sono però una serie di accorgimenti che è possibile adottare per rendere meno virulento il fungo. Primo fra tutti ad esempio l’inerbimento, capace di “tamponare” gli schizzi di pioggia responsabili della dispersione delle spore del fungo, e di rendere il terreno meno umido e di conseguenza poco ospitale per il patogeno.
Difesa in agricoltura integrata. Solitamente non viene adottata una difesa specifica nei confronti di G. bidwellii, ma si sfruttano gli effetti collaterali dei fungicidi applicati contro oidio e peronospora per contrastare l’infezione. Particolarmente efficaci risultano dittiocarbammati, strobilurine e triazoli. Essi devono essere distribuiti preventivamente nel periodo di maggior rischio infettivo, ovvero tra fioritura e pre-chiusura grappolo.
Difesa in agricoltura biologica. Anche il rame offre una discreta protezione nel contrastare l’infezione di black rot.