Qualsiasi materiale deposto sopra le infestanti ne limita lo sviluppo, in modo proporzionale all’oscuramento che produce. Il massimo risultato si ha con un corpo nero, impermeabile alla luce. Il film nero (di diverso materiale e spessore) può inibire totalmente la nascita di nuove infestanti e eziolare, anche fino alla morte, le erbe esistenti.
La pacciamatura con paglia, utilizzata in qualche Paese del centro Europa, consente un discreto effetto, ma presenta costi elevati di distribuzione e gestione.
Nelle zone di pianura si può sfalciare l’interfilare e convogliare l’erba tagliata nel sottofila. Occorre però molta erba, non presente nei terreni dei vigneti asciutti di collina orientati a produrre vini di grande qualità.
Il Film nero è stato proposto decenni fa, ma la sua diffusione non è andata oltre la sperimentazione e pochi casi aziendali. Le motivazioni sono da ricercarsi nella difficoltà di mantenere integro il film nel tempo, nel grave inconveniente dei residui ingestibili ed anche per alcune controindicazioni sugli effetti collaterali sul terreno. Ad esempio, nei terreni limosi del Midì francese, il film nero causa fenomeni di riduzione che possono determinare la disponibilità eccessiva di alcuni microelementi (ad esempio il manganese) che possono causare fenomeni di fitotossicità sulle viti, specie se giovani.