Già descritto dal Molon nella sua Ampelografia, ha una zona d'origine incerta, seppure venga da più parti riconosciuto come vitigno anticamente friulano, ormai presente in pochi impianti semi abbandonati. I vini basati su questa varietà raggiungono alti livelli di tannini e una decisa acidità da qui il nome dialettale “tazze” (tagliare) e “lenghe” (lingua). Per tale motivo si presta a lunghi periodi di affinamento in legno per poter esprimere il proprio meglio. Si ottiene pertanto un vino corposo, strutturato e longevo.