Difesa agronomica. A differenza di oidio e botrite la peronospora sembrerebbe non essere troppo influenzata dalla gestione della chioma. Defogliazioni e conduzione della parete fogliare infatti, possono influire positivamente sulla penetrazione dei fungicidi incrementando l’efficacia degli stessi, ma la modificazione del microclima della vegetazione non parrebbe avere ripercussioni dirette sulla pressione infettiva del patogeno. Anzi, alcune volte sembra che le infezioni sulle foglie e sul grappolo, colpiscano con maggior virulenza gli organi meglio esposti, prima di estendersi all’intera vegetazione qualora le condizioni climatiche siano favorevoli.
Difesa in “agricoltura integrata”. Per una difesa integrata da P. viticola occorre conoscere molto attentamente il patogeno e le condizioni di sviluppo. Monitorando i parametri ambientali (in particolare temperatura e umidità) e affidandosi anche all’aiuto di modelli privisionali sempre più accurati è possibile prevedere i momenti di maggior rischio infettivo e prevenire la comparsa del patogeno. Infatti i trattamenti fitosanitari devono sempre essere preventivi perché abbiano una comprovata efficacia (Morando e Lavezzaro, 2015), anche per quei prodotti che volgarmente vengono definiti “curativi”. Le applicazioni su infezioni in corso rappresentano sempre un tentativo di rimediare ad errori precedentemente commessi, e l’efficacia di queste è sempre parziale. Ad oggi il mercato offre un notevole ventaglio di prodotti antiperonosporici (APPROFONDIMENTO C), con caratteristiche peculiari che è necessario conoscere per poter sfruttare al meglio le potenzialità degli stessi (APPROFONDIMENTO D). Perché tali formulazioni possano mantenere inalterata la propria efficacia nel tempo è necessario attenersi in maniera rigida alle indicazioni d’etichetta, che impongono dosaggi e numero massimo di applicazioni assicurando non solo un risultato positivo, ma scongiurando la possibilità di formazione di ceppi resistenti da parte del fungo. Alternare le famiglie chimiche, nel corso della difesa stagionale, è pertanto una regola imprescindibile.
Difesa in “agricoltura biologica”. La lotta alla peronospora in agricoltura biologica è oggi affidata quasi esclusivamente al rame. Tale principio attivo infatti è l’unico al momento ad assicurare un’efficacia sostenibile nei confronti del patogeno. Purtroppo il rame è soggetto a restrizioni che ne limitano l’utilizzo (APPROFONDIMENTO E) perciò si profila sempre con maggior insistenza l’utilizzo di antifungini di origine biologica (Pertot et al., 2007), per lo più venduti come concimi con effetto secondario indiretto antifungino. La sperimentazione in questo senso sta facendo molti passi avanti e si stanno affacciando sul mercato prodotti interessanti, da utilizzarsi da soli o più specificatamente in abbinamento al rame stesso con l’obiettivo di ridurne le dosi di applicazione (Morando e Lavezzaro, 2014).