Le barbatelle vengono commercializzate con gli apparati radicale e vegetativo integri, oppure potate e paraffinate nella parte apicale. Taluni propongono di non potare la barbatella, lasciando sviluppare tutte le gemme presenti sulla parte aerea. Tale modo di operare non presenta particolari controindicazioni per quanto riguarda l’attecchimento e lo sviluppo delle piante, ha però lo svantaggio di diluire la vigoria su molti tralci, senza poterne formare uno dominante, sufficientemente robusto e sviluppato per la potatura in campo, alla fine del primo anno di vegetazione. Le radici non possono essere lasciate lunghe, perché risulterebbe onerosa una loro adeguata disposizione nella fase di messa a dimora. È quindi necessario potarle a circa 15 - 20 centimetri se l’impianto è previsto a buca, mentre si devono accorciare ad uno-due centimetri circa con l’impianto tramite forcella. Non conviene invece il taglio totale delle radici da taluni propugnato, perché si ostacola la ricostituzione dell’apparato radicale. Per l'impianto a macchina le radici si lasciano lunghe (15-20 cm) con la trapianatrice Wagner, mentre si devono accorciare a 1-2 cm con la Clemens.