Le piante infestanti competono con la pianta coltivata per tre parametri fondamentali: acqua, elementi nutritivi e spazio. Tuttavia anche la coltura, come la vite, non è passiva nei confronti delle malerbe ma anzi esercita a sua volta una funzione competitiva nei loro confronti inibendo lo sviluppo delle malerbe. Infatti se consideriamo l'apparato radicale di una vite adulta, la sua maggiore espansione nel terreno favorisce un più efficente assorbimento di acqua ed elementi nutritivi (competizione idrica e nutrizionale) rispetto alle ridotte la radici di Laminum purpureum; in aggiunta le radici della vite riducono nel suolo anche lo spazio esporabile e disponibile per le infestanti (competizione spaziale). Infine la chioma della vite sottrae luce solare alle malerbe, sottrendo in questo modo luce utile per svolgere le funzioni fotosintetiche.
Infine piante infestati non esercitato solo fenomeni competitivi nei confronti della coltura in atto ma si ostacolano tra di loro, instaurando fenomeni competitivi che a seconda delle condizioni climatiche, favoriscono lo sviluppo di una specie rispetto che l'altra.
Ma allora come mai le infestanti nonostaste queste difficoltà continuano a persistere nei vigneti? Perchè nel corso dei secoli hanno saputo reagire al succedersi di momenti sfavorevoli e avversi all'attività biologica, sviluppando caratteristiche molto particolari capacità come: