Vitigno di origini sconosciute, con una probabile parentela con l'Albaranzeuli bianco della Sardegna e con l'Elbling della Mosella. Un tempo molto coltivato, è ormai in via d’estinzione, anche se la provincia di Pesaro ha avviato un interessante progetto di recupero. La pianta, con buona vigoria e produttività media, presenta una foglia medio-grande, e pentalobata; grappolo cilindrico e di media compattezza; acino con buccia pruinosa, spessa e consistente, dal sapore semplice ma caratteristico. Molto interessanti le attitudini enologiche, anche come vino da invecchiamento.