Difesa agronomica. Per contrastare le infezioni di B. cinerea, la lotta indiretta rappresenta un aspetto fondamentale. Bisogna limitare al minimo possibile eccessi di umidità, sia all’interno della vegetazione, sia nel terreno, evitando opportunamente indesiderati ristagni idrici. Qualsiasi pratica volta a favorire la vigoria della pianta può incidere molto sull’instaurarsi della muffa grigia. Perciò portinnesti troppo vigorosi o eccessive concimazioni azotate (Gay – Eynard et al., 2002) possono essere determinanti per la presenza del patogeno. Inoltre gestire accuratamente le defogliazioni (Percival et al., 1994) e più in generale evitare affastellamenti di vegetazione all’interno della chioma di certo aiutano non solo a creare un microclima meno favorevole allo sviluppo fungino, ma consentono una miglior penetrazione degli agrofarmaci massimizzandone l’efficacia.
Difesa in agricoltura integrata. Mantenendo sempre in dovuta considerazione gli aspetti elecati nella difesa agronomica (Cravero et al., 2009), a volte risulta indispensabile intervenire con fungicidi [D] che possano contrastare il patogeno (Morando et al., 2012). Essenzialmente sono due i momenti critici nella lotta alla botrite in cui si ritiene normalmente necessario intervenire con l’applicazione di fungicidi: la fase di pre-chiusura grappolo e appena dopo l’invaiatura. Il primo trattamento deve necessariamente avvenire prima che il grappolo “chiuda”, perché rappresenta l’unico momento per penetrare all’interno del racemo proponendo una disinfezione totale dell’acino. Dopodiché sarà impossibile per qualsiasi agrofarmaco farsi strada tra un acino e l’altro sino all’interno del grappolo. La seconda applicazione invece avvenire in maniera più flessibile. Innanzitutto se l’andamento stagionale non sembra favorevole al patogeno si può pensare di evitare tale trattamento, specie nelle cultivar di prima e seconda epoca. Per le varietà a maturazione tardiva invece il rischio è ovviamente più elevato, per cui bisogna valutare attentamente l’opportunità di eseguire il trattamento antibotritico in qualunque caso. Il momento dell’applicazione deve avvenire prima del massimo rischio di infezione, quindi precedere una pioggia importante, magari seguita da giorni di umidità relativa elevata. In queste valutazioni si tenga conto ovviamente dei tempi di carenza di ciascun prodotto utilizzato, oltre al fatto che man mano che l’uva procede nella maturazione, diviene proporzionalmente più sensibile ad infezioni di botrite.
Difesa in agricoltura biologica. I prodotti ammessi in agricoltura biologica con effetto antibotritico non sono molti, ma l’interesse è in continua crescita. Infatti essendo le applicazioni contro il marciume grigio (Stefanatti et al., 2012) quelle più vicine alla raccolta dell’uva, appare di prim’ordine la necessità di formulazioni che non abbiano residui di fitofarmaci che facilmente potrebbero ritrovarsi nel vino. Perciò si stanno producendo notevoli sforzi al fine di trovare formulazioni efficaci di derivazione naturale.