Si tratta di una miscela di solfato di rame e calce scoperta da Millardet nel 1883-85. Sino agli anni 1960 (e in diversi casi anche dopo) la soluzione veniva preparata direttamente dall’agricoltore il quale dapprima scioglieva il rame entro il quantitativo necessario di acqua contenuto in un recipiente solitamente di cemento (non di ferro che veniva corroso); quindi , munito di cartina tornasole, aggiungeva latte di calce sino all’ottenimento di un pH alcalino. Ciò fornisce una soluzione tamponata, che riduce gli effetti fitotossici del rame e prolunga la persistenza della formulazione. Ovviamente tale preparazione estemporanea risulta ben lontana dalla standardizzazione delle dosi e della granulometria delle particelle, il che si traduceva con un’efficacia del prodotto quantomeno variabile.
Uno dei problemi era, ed è ancora oggi, rappresentato dalla possibile flocculazione e dalla scarsa stabilità del preparato, che in molti casi tende a precipitare, per cui è indispensabile una continua agitazione. Per migliorare la sospensibilità era anche proposta la tecnica inversa, ovvero far sciogliere il rame in poca acqua calda e stemperare la calce nella massa, alla quale poi si aggiungeva il rame ma, dal punto di vista pratico, questo modo di operare è meno agevole. Importante l’accorgimento di preparare l’acqua (quasi sempre attinta dai pozzi scavati appositamente nel vigneto, attigui al quale venivano posti i recipienti di cemento adeguati alla superficie da trattare - 10 hl/ha circa) con qualche giorno di anticipo per consentirne il riscaldamento, favorevole alla solubilizzazione del solfato di rame e per ridurre lo sforzo del pompaggio a mano.