Presente in Lombardia fin dal medioevo (De Crescenzi, 1495), giustifica il nome con la compattezza del grappolo simile ad una pigna. Preferisce zone soleggiate e altitudini non troppo elevate. Il ciclo vegetativo piuttosto corto, ne permette la coltivazione anche in zone, le cui estati brevi, risultano un fattore limitante la viticoltura. Resistente alla peronospora, manifesta sintomi marcati da oidio e botrite. Ormai quasi estinto, entra in uvaggi con diversi vitigni locali grazie alla buona gradazione zuccherina e al gradevole sapor nocciola che libera in seguito alla vinificazione.