Lo si vuole originario del Caucaso, giunto a Caldaro nelle Dolomiti come dono di nozze alla nobile figlia di un cantiniere della zona. Il nome è dato dal profumo prevalente di petali di rosa del vino, ricco anche di note speziate, che ne caratterizzano anche il gusto (un tempo veniva anche alcolicizzato, oggi fornisce un ottimo passito). Ha grappolo medio-grande, allungato, con acini sferoidali, dalla buccia sottile ma coriacea, blu-viola e pruinosa. Si vendemmia tra settembre e ottobre lungo l’Adige e nella Valle dei Laghi ed è stato recentemente rivalutato anche nell’area trentina.
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