Il vitigno, d’origine romana, è da sempre coltivato in Campania. Nell’antica Roma Plinio lo chiama “Alopecis” ma il nome si evolve successivamente data la forma del grappolo, la cui curvatura apicale ricorda la coda di volpe. Presenta un frutto grande e serrato portante acini piccoli dal sapore neutro. Lo scarso vigore vegetativo impone forme di allevamento poco espanse soprattutto in terreni asciutti e ricchi di scheletro. Le primavere umide ostacolano il lento procedere della fioritura mentre non sono di particolare rischio le altre avversità climatiche e le malattie parassitarie. Dona un vino fresco e asciutto dalla buona gradazione alcolica, spesso utilizzato in uvaggi per diverse DOC, quali Greco di tufo, Taburno, Sannio, Vesuvio e Campi Flegrei.